Le prime tracce della birra artigianale risalgono al periodo Neolitico, nel momento in cui le popolazioni nomadi diventano stanziali ed iniziano a coltivare i cereali ed a farli fermentare in vasi di terracotta. In varie parti del mondo si produceva birra, utilizzando i cereali che si avevano a disposizione; in Asia il riso, nelle Americhe il mais, in Africa il sorgo ed il miglio, mentre in Medio Oriente orzo e frumento.
Birra artigianale, ha origini sumere
Il primo documento che attesta l’esistenza della birra artigianale risale ad una tavoletta sumerica con iscrizioni cuneiformi e disegni risalente al 3700 a.C., mentre nel Codice di Hammurabi del 1750 a.C. si stabilisce il “giusto prezzo per la birra”. Tramandata di epoca in epoca ; dagli Egiziani (era la bevanda più diffusa , essendo meno cara del vino, riservato a nobili e ricchi) ai Greci al riguardo Platone avrebbe scritto che "Deve essere stato un uomo saggio ad inventare la birra”.
Birra artigianale, gli Etruschi i primi a produrla in Italia
Gli Etruschi furono la prima popolazione a produrre birra nella nostra penisola, mentre i Romani inizialmente la snobbarono, chiamandola “vino d’orzo”, ma che poi si ricredettero quando assaggiarono alcune birre di popolazioni del nord Europa, al punto che il generale Agricola riportò a Roma un gruppo di Mastri Birrai di ritorno da una campagna in Britannia.
Arte nella birra, nel medioevo toccò ai monaci preservarla
Il Medioevo è il periodo in cui la birra si sviluppa fortemente in Europa con la discesa dal Nord delle popolazioni barbare , rivestendo un ruolo primario nell’alimentazione dell’alimentazione povera. Nelle rappresentazioni medievali degli antichi Mastri Birrai si vede spesso una stella a 6 punte, simbolo dei quattro elementi che costituiscono l’universo (aria, acqua, terra e fuoco) e che rendono possibile creare la birra.
Fondamentale in questo periodo di guerre e devastazioni è l’apporto dei monaci che all’interno dei conventi (centri di cultura di quel periodo) perfezionarono l’Arte nella Birra che era parte fondamentale della loro alimentazione nei lunghi periodi di digiuno (da qui la denominazione di “pane liquido” di alcune birre molto corpose di origine monastica).
Sono i monaci i primi a notare che a basse temperature i lieviti fermentavano più lentamente e dolcemente, sfruttando il fresco delle cantine (da qui il termine Lager che in tedesco significa “magazzino , deposito”) dei monasteri dove la birra si conservava meglio e più a lungo.
Gli studi dei monaci portarono all’esperimento di aggiungere il luppolo nella birra (al posto di erbe , cortecce e spezie), che aggiunge quell’amaro tipico che bilancia il sapore dolce del malto, oltre ad avere capacità antiossidanti ed antibatteriche che consentirono alla birra di conservarsi intatta più a lungo.
Birrificio artigianale, l'invenzione dello stile Pilsner
La Legge di Purezza del 1516 del duca Guglielmo IV di Baviera, determinata da un periodo di carestia di frumento obbligava le birrerie tedesche ad eccezione della Bavaria ad utilizzare esclusivamente acqua, orzo e luppolo e solo più tardi il lievito. Il 19° secolo è un periodo di grandi rivoluzioni nel campo birrario , dall’invenzione dello stile Pilsner, grazie al birraio bavarese Josef Groll che lavorava nel birrificio artigianale nella cittadina boema di Pilsen, ai grandi studi sul comportamento dei lieviti dello scienziato Pasteur.